Calendario Rivoluzione Francese Data Rivoluzionaria

THE RENEGADE - Full Theme

venerdì 28 giugno 2013

La disobbedienza, una splendida virtù

di Peter Schrembs

Erich Fromm raccoglie i saggi pubblicati con il titolo “La disobbedienza” poco prima della sua morte. Il termine di disobbedienza va qui inteso come sinonimo di resistenza. Resistenza al consumismo, al ruolo di avviliti accumulatori di cose a cui ci destinano i ”poteri di morte” del moderno Stato azienda. Alla teoria dominante per cui l’obbedienza e una virtù, Fromm contrappone l’idea che non solo la storia dell’uomo inizia con un atto di disobbedienza, ma anzi che e stata proprio la disobbedienza a rendere l’uomo libero. La prossima “armonia” non sarà più quella imposta da un’autorità esterna, ma costruita dallo stesso essere umano con lo sviluppo delle proprie facoltà razionali e della capacità di amare. Di questa lettura si trova già traccia nei grandi miti dell’umanità, da quello giudaico di Adamo ed Eva a quello ellenico di Prometeo. Prometeo, punito per aver rubato il fuoco agli dei, non si pente, anzi: afferma orgoglioso di preferire di “essere incatenato a questa roccia che non il servo obbediente degli dei”. La storia dell’evoluzione umana si configura cosi come una storia di atti di disobbedienza: “Non soltanto lo sviluppo spirituale [dell’essere umano] è stato reso possibile dal fatto che nostri simili hanno osato dire “no” ai poteri in atto in nome della propria coscienza o della propria fede, ma anche il suo sviluppo intellettuale è dipeso dalla capacità di disobbedire: disobbedire alle autorità che tentassero di reprimere nuove idee e all’autorità di credenze sussistenti da lungo tempo, e secondo le quali ogni cambiamento era privo di senso”. 

Specularmente, proprio l’obbedienza potrebbe essere la causa della distruzione della civiltà sulla terra. Infatti, mentre la scienza é progredita, le nostre concezioni della politica, dello Stato e della società sono ancora quelle dell’età della pietra, tant’è vero che se l’umanità si suiciderà sarà perché ci sarà chi obbedirà al potere, a passioni arcaiche come la brama di possesso, agli obsoleti cliché della sovranità statale. Gia da queste poche considerazioni traspare come nel suo testamento spirituale Fromm contrappone a tutta evidenza la capacita politica dell’individuo – e la disobbedienza é un atto politico – all’incapacità politica del potere, che agisce invece in base a concezioni dell’età della pietra. Ma cosa significa esattamente disobbedire? Significa paradossalmente obbedire, ma alla propria ragione o convinzione, in quanto atto di affermazione anziché di sottomissione. Questo atto di affermazione e ciò che chiamiamo, riferito a una persona, autodeterminazione o “libertà”. 

La sottomissione e il conformismo sono invece vie di fuga dalla libertà. Imboccare queste vie significa sviluppare una personalità autoritaria alla ricerca di un “protettore magico” (Dio, principio, genitore, marito, superiore). Ciò avviene quando noi obbediamo alla coscienza autoritaria, “cioè la voce interiorizzata di un’autorità che siamo bramosi di ingraziarci e alla quale temiamo di dispiacere”. Ma perché siamo cosi inclini a obbedire e cosi poco a disobbedire? Perché l’obbedienza al potere dello Stato, della chiesa, dell’opinione pubblica crea sicurezza. Diventando tramite l’obbedienza parte del potere, ne assumiamo in parte la sua forza. Per disobbedire occorre coraggio, bisogna liberarsi dalla paura della libertà, il che pero e tanto più difficile in quanto per mantenere i propri privilegi il potere sostituisce alla mera forza la persuasione di modo che l’essere umano non deve, ma vuole obbedire. 

A questo “super-io” autoritario si affianca sempre più la dipendenza dal consumo che a sua volta approfondisce il vuoto interiore da colmare con sottomissione e conformismo con la competitività quale ulteriore corollario. La capacità di pensare criticamente può essere paralizzata anche nell’applicazione di metodi di istruzione progressisti laddove si inculca al giovane un empio rispetto per il conformismo. Il pensiero deve essere invece, con le parole di Bertrand Russell, “sovversivo e rivoluzionario, implacabile nei confronti del privilegio, delle istituzioni ufficiali, delle comode abitudini, anarchico e senza legge, indifferente all’autorità… “ (Principi di riforma sociale, 1970). 

Di fronte al conformismo e alla sottomissione resi sistema nel quadro di un’organizzazione sociale burocratica in cui il consenso dei cittadini é catturato con i mezzi della suggestione e della manipolazione, ecco la disobbedienza configurarsi come una splendida virtù per una completa realizzazione dell’individuo nella sua pienezza e nel reciproco arricchimento in seno alla società. 

Nessun commento:

Posta un commento